Lascia o raddoppia

22 aprile ’18

La stagione è certamente agli sgoccioli, ma la voglia di appendere gli sci al chiodo quest’anno non si fa sentire per niente. Devo ammettere, comunque, che non posso lamentarmi: è da metà novembre che abbiamo neve, quindi annata davvero eccezionale, però…Però si sa come funziona: più si ha, più si vuole, come dice il proverbio. Ad ogni modo l’ipotesi di darci a mucchio è presto scartata. Anzi, visto che le lancette corrono e la fusione procede rapida, meglio sfruttare al 100% la giornata e, perché no, anche la sera. Partiamo orario merenderos destinazione Le Regine; oggi combriccola allargata, con noi anche la mia powerful cugina Elisa (Elsag per gli amici), Ilaria, la sua super compare di avventure, e Rue, cagnolona instancabile (o quasi). Arrivati a Le Regine è estate, tracce di neve 0, impianto ovviamente chiusissimo. Demordiamo? Massè! Sci e tavole in spalla fino a incrociare, qualche centinaio di metri sopra, una lingua di neve che ci conduce fino alla Selletta. Proseguiamo verso il Monte Gomito, qui invece gli impianti sono ancora aperti e qualche invasato di neve come noi, che vuole farsi ancora qualche discesa, c’è. Arriviamo sul Gomito, caviamo le pelli e ci spariamo un discesino fino al rifugio Selletta, dove ci fermiamo per un meritato pranzo. Il sole ciocca per bene, si sta da dio. Dopo un po’ di polleggio in modalità cura del sole riscendiamo da dove siamo arrivati e in qualche modo riusciamo ad arrivare, sci ai piedi, qualche centinaio di metri dal parcheggio. Che lusso! Sono già le cinque e mezza passate, ma il sole è ancora alto. Saltiamo in macchina puntando la bussola verso Passo del Lupo. In meno di un’oretta siamo lì, in giro nessuno oltre a noi. Ripelliamo, risalendo le piste deserte. Il Cimone è spettacolare. Sembra di essere chissà dove: la quiete, la luce a quest’ora fantastica, e la neve, con nessuno nei paraggi per km, rendono il tutto un cocktail incredibilmente buono da mandar giù. Arriviamo a Pian Cavallaro in tempo per il tramonto, che ci godiamo su una panchina che sembra messa lì apposta. Caviamo nuovamente le pelli e ci godiamo l’ultima discesa. Rue, che sembrava avere infinite energie, finalmente sembra provata: dopo aver abbaiato a degli improbabili uccelli, forse frutto della sua immaginazione, si stravacca demolita nel parcheggio affianco all’auto. Vittoria! Concludiamo la giornata con un pizzino a Sestola. Ma la neve non è ancora finita…

Alla prox,

Paolo