Ogni lasciata è persa, disse il saggio.

9 dicembre ’17

E il saggio aveva ragione, altrimenti che saggio sarebbe? Dopo un venerdì deprimente, all’insegna di pioggia e vento forte, le speranze per una skialpata decente sembravano davvero poche.Però mai mollare l’osso, le previsioni per sabato prevedono una tregua, perciò vale la pena fare un tentativo. Puntiamo la sveglia e vediamo cosa succede. Apro la tapparella e sbuca l’occhio del sole, ottima cosa. Arruolo al volo il Colliva che probabilmente era già sveglio da 3 ore, massì facciamolo sto tentativo. Puntiamo la valle del Sestaione, che l’anno scorso ci aveva regalato una magnifica giornata sul finale di stagione. Quest’anno sarà così? Arriviamo nei pressi dell’orto botanico e parcheggiamo, un po’ di neve c’è. Risaliamo a piedi la strada fino al piazzale, dove un tempo doveva esserci la biglietteria del comprensorio, di cui ormai non esistono più tracce. E’ tutto bianco, buon segno. Mettiamo gli sci e iniziamo a risalire quella che un tempo doveva essere la pista blu. Il paesaggio è sempre bello, gli abeti sono ancora colmi di neve e sembra di essere in mezzo al nulla, in Canada, non a 10 minuti dalla bolgia dell’Abetone. Risaliamo attraverso il bosco fino ad arrivare a un bel pendio aperto, perfettamente innevato: 2 dita di polvere su un fondo perfetto. Non possiamo crederci, urliamo come scimmie esaltate. Risaliamo fino a Foce di Campolino, il vento di tramontana soffia forte. Arrivati in cima caviamo gli sci e percorriamo una parte della cresta, immacolata, a piedi, poi il vento forte ci fa desistere. La giornata è magnifica, il mare sembra a 2 passi.Giriamo i tacchi. Togliamo le pelli e ci godiamo la discesa, la prima parte su neve un po’ ghiacciata, sotto fantastica. Scendiamo tenendo la sinistra e inforcando quella che doveva essere un tempo una pista nera, compiendo una sorta di giro ad anello, ricongiungendoci infine alla strada dell’andata. Che giornata. Si, il saggio aveva proprio ragione. Yeah!

Paolo